6.29.2017

Mia lettera oggi su @ilFoglio_it su conferenza Cipro

Al direttore - Dal 28 giugno al 7 luglio, si tiene a Crans-Montana una conferenza internazionale per la ricerca di una soluzione per Cipro. L’isola mediterranea è divisa da sempre tra greco-ciprioti al sud e turco-ciprioti al nord ma fa interamente parte dell’Unione europea. A Bruxelles è rappresentata solo dalle istituzioni greche. Il summit dovrebbe concludere i negoziati, in corso da decenni, con la speranza che il progresso degli ultimi due anni conservi l’integrità territoriale dell’isola. L’indipendenza dal Regno Unito del 1960 non favorì i negoziati tra le due comunità, anzi. Le violenze tra greco e turco-ciprioti fecero sì che nel 1964 le Nazioni Unite mandarono i Caschi blu. Unficyp è la più antica e longeva missione di pace dell’Onu ed è dislocata sul territorio dell’Unione europea – Nobel per la Pace del 2012. Al summit in Svizzera, oltre Nicos Anastasiades e Mustafa Akinci i leader greco e turco-ciprioti, sono presenti anche i garanti Grecia, Turchia e Regno Unito, in qualità di ex potenza coloniale. L’Onu sarà rappresentato dall’inviato speciale Espen Barth Eide, già ministro degli Esteri norvegese, e dal segretario generale António Guterres che arriverà il 30 giugno. Il summit prevede due tavoli: uno internazionale su questioni di sicurezza e garanzie di vario ordine e specie, l’altro per le due comunità isolane attorno alle forme e suddivisioni delle quote di governo dell’isola. Incontrando la stampa a New York, Eide ha declinato ogni responsabilità circa la scomparsa di un compromesso iniziale – ritenuto troppo pro turco – né è entrato nei particolari della conferenza, ha però confermato che “i due tavoli saranno separati ma interdipendenti” e che “la soluzione è possibile”. Nel 2004, alla vigilia dell’ampliamento dell’Ue a 10 nuovi stati, Cipro votò su un referendum sull’unificazione promosso dall’Onu. Malgrado la comunità internazionale favorisse il Sì, il 76 per cento dei greco-ciprioti rifiutò il compromesso a fronte del voto favorevole del 65 per cento dei turchi. Di lì a poco i greco-ciprioti divennero cittadini dell’Unione mentre i turco-ciprioti rimasero isolati e senza alcuna garanzia per il futuro da parte dell’Ue. “Il vero problema – ha detto Eide – è che non c’è garanzia che lo status quo resista” cioè: se il 7 luglio resta ancora lunga la strada da fare non è detto che l’Onu continuerà a investire tempo e risorse in un dialogo “open ended” e a quel punto l’unica soluzione sarà la separazione. Una sconfitta per tutti e l’ennesima grana per Bruxelles.

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